Leonardo Da Vinci


Non mi legga chi non è matematico nelli mia principi. 
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La idea, over imaginativa, è e timone e briglia de' sensi, in però che la cosa immaginata move il senso. 
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Chi disputa allegando l'autorità, non adopra lo 'ngegno, ma più tosto la memoria. 
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La sperienzia, interprete in fra l'artifiziosa natura e la umana spezie, ne 'nsegna ciò che essa natura in fra' mortali adopra da necessità constretta, non altrimenti oprar si possa che la ragione, suo timone, oprare li 'nsegni. 
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Nessuna azione naturale si po' abreviare. 
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Ogni azion naturale è generata dalla natura nel più brieve modo che trovar si possa. 
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È da essere giudicati e non altrementi stimati li omini inventori e 'nterpreti tra la natura e gli uomini, a comparazione de' recitatori e trombetti delle altrui opere, quant'è dall'obbietto fori dello specchio alla similitudine d'esso obbietto apparente nello specchio, che l'uno per sé è qualcosa, e l'altro è niente. Gente poco obrigate alla natura, perché sono sol d'accidental vestiti, e sanza il quale potrei accompagnarli in fra li armenti delle bestie.
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Molti mi crederanno ragionevol mente poter riprendere allegando le mie prove per essere contro all'alturità d'alquanti omini di gran riverenza apresso de' loro inesperti iudizi, non considerando le mie cose essere nate sotto la semplice e mera sperienza, la quale è maestra vera. 
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Naturalmente li omini boni desiderano sapere. So che molti diranno questa essere opra inutile, e questi fieno quelli de' quali Demetrio disse non faceva conto più del vento, il quale nella lor bocca causava le parole, che del vento ch'usciva dalle parte di sotto; uomini i quali hanno solamente desiderio di corporal ricchezze, diletto, e interamente privati di quello della sapienza, cibo e veramente sicura ricchezza dell'anima; perché quant'è più degna l'anima che 'l corpo, tanto più degni fien le ricchezze dell'anima che del corpo. E spesso quando vedo alcun di questi pigliare essa opra in mano, dubito non si come scimia sel mettino al naso o che mi domandi' se è cosa mangiativa 
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Nessuno effetto è in natura sanza ragione; intendi la ragione e non ti bisogna sperienza. 

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La esperienza non falla, ma sol fallano i nostri giudizi, promettendosi di lei cose che non sono in sua potestà.
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A torto si lamentan gli omini della isperienza, la quale con somme rampogne quella accusano esser fallace. Ma lasciàno stare essa sperienza, e voltate tale lamentazione contro alla vostra ignoranzia, la quale vi fa transcorrere, co' vostri vani e instolti desideri, a impromettervi di quelle cose che non sono in sua potenzia, dicendo quella esser fallace.
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A torto si lamentano li omini della innocente esperienzia, quella accusando di fallacie e di bugiarde dimonstrazioni. 
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Chi si promette dalla sperienza quel che non è in lei si discosta dalla ragione. 

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La sapienza è figliola della sperienzia. 
 
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