Cassano Antonio


Se quel Bari-Inter non ci fosse stato sarei diventato un rapinatore, o uno scippatore, comunque un delinquente. Molte persone che conosco sono state arruolate dai clan. Quella partita e il mio talento mi hanno portato via dalla prospettiva di una vita di merda.
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Giocavo tra le bancarelle, tutti mi volevano in squadra con loro e scommettevano 10, 15 o 20 mila lire sulla squadra dove giocavo io. Io mica ero trimone, mica ero scemo: volevo il grano io, dovevano darmi la percentuale.
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A scuola avevo due in tutte le materie. Un risultato straordinario, ottenuto grazie a un impegno costante. Sono stato bocciato sei volte, tra elementari e medie. 
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Ero povero, ma tengo a precisare che nella mia vita non ho mai lavorato. Anche perchè non so fare nulla. A oggi mi sono fatto 17 anni da disgraziato e 9 da miliardario. Me ne mancano ancora 8 prima di pareggiare. 
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Quattro fidanzate in 11 anni sono poche. In compenso ho avuto qualche altra avventura. Diciamo tra 600 e 700 donne, una ventina delle quali appartengono al mondo dello spettacolo.
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Spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a vedere Roma-Juve 4-0. Avevo fatto le sei la domenica mattina, con una delle tante amiche che avevo in quel periodo. A Madrid era ancora più facile, perchè eravamo in albergo, tutti sullo stesso piano, così sopra e sotto potevi invitare chi volevi e raggiungerla nel cuore della notte. Avevo un cameriere amico. Il suo compito era portarmi tre o quattro cornetti dopo aver trombato. Portava i cornetti sulla scala, io accompagnavo quella là  e facevamo lo scambio: lui prendeva la tipa, io mi sfondavo di cornetti. Sesso più cibo, la notte perfetta.
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Non ho mai fatto cilecca, a meno che per cilecca non si attenda appunto essere veloci e un po' egoisti.


Alcuni aforismi tratti dal libro “Le Mattine non servono a niente”, Antonio Cassano con Pierluigi Pardo, ed. Rizzoli.
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Ebbene sì, sono il primo che ha scritto più libri di quanti ne abbia letti.
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La buona volontà è fondamentale. Ho fatto decisamente prima a fare pace con Delneri che a capire che cazzo stesse dicendo.
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Comunque andrà a finire, tiferò sempre per la Nazionale. Sono del luglio 1982. Nella culla avevo il tricolore in mano.
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Quando ero tra le bancarelle di Piazza del Ferrarese, a petto nudo, e dribblavo tutti, avevo un solo pensiero in testa. Non erano i soldi, e nemmeno le macchine. Non certo le donne e neanche il Pallone d'Oro. Quel sogno era vincere con la Maglia Azzurra. E non ho ancora cambiato idea.
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Non essere impulsivo. Fai come me. Prima di esplodere, conta sempre almeno fino a 1…
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Nel calcio nessuno dice la verità. Solo io e pochi altri. Non conviene mai, ma chissenefrega!
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Mia madre si è talmente abituata a essere insultata dai tifosi avversari che, se non lo fanno, quasi ci rimane male. Si sente trascurata…
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Gli altri si allenano per vincere gli scudetti, io gioco per essere felice.
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Essere terrone significa essere perfetto, saper vivere nella ricchezza e nella povertà, parlare con la brava persona e il delinquente: in pratica vivere tante vite, come me.
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Se vuoi fare colpo su una donna, regalale 500 rose.

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Dall'intervista concessa a «Studio Sport» di Italia 1 e pubblicata sul sito di Mediaset - 5 Aprile 2012
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Ho avuto paura di morire e anche passata quella, ho pensato di smettere con il calcio... ma ora sono pronto a tornare...
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Per circa 36 ore non ci ho capito più nulla, facevo fatica a parlare, non ricordavo cosa mi succedeva, ma l’importante, ora, è che sia tutto passato: dal Real Madrid al Barcellona, da Mourinho a Del Neri e anche Iniesta, tutto il mondo mi ha chiamato. Ho capito quanta gente tenga a me, prima come uomo che come calciatore.
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La cosa fondamentale per me era tornare a vivere, ma una grande spinta per rientrare sui campi me l’ha data anche Cesare Prandelli. È stato fondamentale per il mio recupero: l’ha sempre detto a tutti e specialmente a me che mi avrebbe aspettato fino all’ultimo momento.
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Se sono curioso di rivedere come sono i miei piedi? Quelli sono sempre buoni, è la forma fisica che bisogna valutare, se sono ingrassato. Se torno è sto bene allora ok, se mi accorgo che non sto più bene ringrazio tutti e me ne vado a casa: voglio che la gente si ricordi del Cassano buono, non voglio fare compassione.
Giocare contro Messi è dura: puoi essere Cristiano Ronaldo, Rooney, Cassano o Ibrahimovic ma se Messi sta bene allora è molto dura...
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Non so se sia vero quello che si dice, però penso che se qualcuno possa truccare le partite, questa persona è senza morale e dignità: deve stare fuori dal calcio, nemmeno ad allenare i ragazzi. Fuori.
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