William Eugene Smith

Photo Terry Evans
E’ mia personale convinzione che tutti gli avvenimenti nel mondo che provocano grandi emozioni, come guerre, rivolte, disastri in miniera, incendi, morti di grandi personaggi (come la reazione alla morte di Gandhi), questi e altri avvenimenti simili che danno via alle emozioni umane dovrebbero essere fotografati in modo assolutamente critico. In nessun caso si dovrebbe cercare di ricreare gli stati d’animo e gli avvenimenti di questi momenti.
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La fotografia è un potente mezzo d’espressione. Usata in modo appropriato ha un grande potere di miglioramento e conoscenza; usata in modo sbagliato può accendere fuochi preoccupanti.
Photo William Eugene Smith

A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?
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Chi crede che il reportage sia selettivo ed oggettivo, ma non possa interpretare i temi di cui parla mostra di non capire affatto i problemi e i meccanismi di questa professione.
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Il fotogiornalista non può che avere un punto di vista personale, ed è impossibile che sia completamente oggettivo. Onesto – si, oggettivo – no.

Photo William Eugene Smith

Fino al momento dello scatto, e incluso questo, il fotografo lavora in modo innegabilmente soggettivo. Con la scelta dell’approccio tecnico (che è strumento di controllo emotivo), la scelta del soggetto da inquadrare dentro i confini del negativo, l’individuazione dell’esatto momento cruciale dell’esposizione, egli combina le variabili interpretative in un insieme emotivo che costituirà la base della formazione dell’opinione nei fruitori
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Si può riconoscere facilmente il fotografo professionista in mezzo a una folla di turisti: è quello che nasconde la sua macchina fotografica.
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